by Viola Ardeni
L’articolo propone un’analisi dell’espressione e rappresentazione dell’infanzia femminile nei due romanzi della scrittrice italo-svizzera Alice Ceresa (1923-2003), La figlia prodiga del 1967 e Bambine del 1990, alle quali Ceresa dà un’originale impronta sperimentale oltre che femminista. Si mostra che l’attenzione all’infanzia femminile sia indicativa non solo di una costante contenutistica delle opere ceresiane, ma costituisca anche una scelta ideologica: una bambina in crescita è, per Ceresa, il personaggio letterario più atto a incarnare il necessario processo di una graduale presa di coscienza. A un’introduzione della vita e del pensiero di Ceresa, seguono analisi testuali degli snodi fondamentali dei due romanzi, entrambi sperimentazioni intorno al romanzo di formazione, ma anche riflessioni metaletterarie ed espressioni artistiche del soggiogamento infantile e femminile alla famiglia patriarcale.